Candele

Candela

Accende la miscela nella camera di combustione* dei motori* a benzina scoccando una scintilla quando tra
i due suoi elettrodi si stabilisce una differenza di tensione che varia da 10.000 a circa 20.000 volt in
funzione lineare della pressione nella camera di scoppio (da 3 a 12 kg/cm3 circa).
L’elettrodo centrale e la parte connessa ai cavi ad alta tensione sono collegati da un materiale conduttore
sigillante e sono collocati all’interno di uno speciale corpo ceramico (Al2O3).
L’elettrodo di massa è saldato al corpo metallico della candela. I materiali degli elettrodi sono di solito leghe
di nickel (con cromo e ittrio, ad es.), tuttavia anche argento, platino e iridio (il metallo più resistente agli
agenti chimici e dal peso specifico più elevato dopo l’osmio, fonde a 2443°C) vengono utilizzati in casi
particolari.
Un nucleo centrale di rame migliora decisamente le scarse doti di conduzione di calore dell’elettrodo di
nichel.
Le candele sono prodotte con differenti «gradazioni termiche» (grado termico*) perché devono essere
utilizzate su motori che sviluppano differenti quantità di calore nelle loro camere di combustione.
Gli elettrodi e l’isolante si attestano su temperature medie di funzionamento che dipendono dalla potenza
erogata dal motore. Il «naso» dell’isolante ceramico (la parte bianca che circonda l’elettrodo centrale)
dovrebbe sempre mantenersi a temperature comprese fra 400 e 850 °C.
Infatti i 400 °C sono la cosiddetta «temperatura di autoalimento della candela», perché consente di
bruciare o di modificare la composizione chimica delle sostanze carboniose, dei composti di piombo e della
fuliggine che si depositano sull’elettrodo.
Quando il motore funziona al minimo o gli viene richiesta poca potenza (marcia in città, in discesa ecc.), la
temperatura dell’elettrodo spesso scende sotto i 150 °C e la candela può funzionare regolarmente (per un
periodo non troppo lungo) solo se la quantità di olio lubrificante che entra nella camera di combustione non
è eccessiva e se la miscela aria-benzina non è troppo «ricca».
Al contrario, la temperatura di 850 °C non dovrebbe mai essere superata perché intorno ai 900 °C si può
manifestare il rischio di autoaccensioni (la miscela aria-benzina si accende da sola prima che scocchi la
scintilla).

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